Potevano sembrarti ibernate,
le lunghe ciglia protese verso il tuo cuore,
potevano odorar di sale,
i nostri occhi scioltisi nell'onde.
Avevi nel tuo cosmo il silenzio,
a cui si incollavan le nostre umane ali,
sembravi una preziosa carta da parati,
nelle stanze di un cielo scisso in cromosomi.
Piacevi in definitiva come sole,
sapevi splendere senza mostrare il volto,
nella tua nebbiosa lucifera presenza,
stava la brama di vederti il volto.
Nel battito del cuore
in cui io boccheggiavo,
passava l'eternità frazionata in stagioni,
tu solo completavi il nostro credo,
sapendo trasformare il dio che sei
in uomo.